L’ALLERGIA alimentare consiste in un’alterazione del sistema immunitario, il quale inizia a percepire come una minaccia particolari proteine che per altre persone risultano innocue. Nel caso dell’allergia al latte, per esempio, l’organismo, in seguito all’assunzione di proteine del latte, scatena una violenta reazione per eliminarle, solitamente data da nausea e diarrea.

Le allergie agli alimenti sono generalmente ereditarie, e tendono a manifestarsi nei primi anni di vita; fortunatamente, sono relativamente poco diffuse nella popolazione, toccando circa l’1-2% degli adulti.
Nel caso delle INTOLLERANZE, invece, non è il sistema immunitario ad essere coinvolto, bensì il metabolismo: queste riflettono semplicemente l’incapacità dell’organismo di digerire determinate sostanze. I sintomi possono essere simili a quelli dell’allergia: nel caso di intolleranza al lattosio, per esempio, in seguito all’assunzione di latte potranno manifestarsi nausea e vomito, ma la causa sarà questa volta la carenza di lattasi, enzima digestivo deputato a scomporre lo zucchero presente nel latte.
  • Una questione che fa la differenza tra questi due disturbi è la quantità dell’alimento scatenante: nel caso delle allergie i cibi contenenti la proteina incriminata devono assolutamente essere evitati, in quello delle intolleranze, invece, si può generalmente assumere l’alimento in questione in dosi limitate senza scatenare reazioni indesiderate.

COME CAPIRE SE SI TRATTA DI ALLERGIA O INTOLLERANZA

Vi sono diversi metodi per diagnosticare questi tipi di disturbi, anche se attualmente non tutti sono considerati affidabili al 100%.
Per diagnosticare eventuali allergie alimentari vengono spesso impiegati test cutanei: dopo aver inserito sottopelle degli estratti dell’alimento sospetto, si monitora l’eventuale comparsa di reazioni cutanee.
In alternativa, si può procedere eliminando dalla dieta uno o più alimenti per un paio di settimane: se si osserva una scomparsa dei sintomi, si procede poi col reintrodurre gli alimenti uno per volta nella dieta, tenendo monitorate le reazioni.
Vi sono infine dei test basati su analisi di laboratorio volti a verificare la presenza nel sangue di anticorpi verso determinate sostanze.

COME GESTIRE UN’INTOLLERANZA

Come già accennato, essere intolleranti verso un alimento non significa per forza doverlo eliminare radicalmente dalla dieta. Ecco alcuni consigli utili da adottare per imparare a gestire questo disturbo, limitandone le manifestazioni spiacevoli:

1. Variare gli alimenti
Introdurre con troppa frequenza un determinato alimento nella dieta può portare a sviluppare delle intolleranze: meglio quindi adottare una dieta varia, in cui i diversi alimenti siano assunti a rotazione.

2. La misura
Se si sospetta di essere a rischio intolleranza verso un determinato alimento, è meglio cercare di limitarne l’assunzione a piccole dosi, così da ridurre la possibilità di sviluppare reazioni spiacevoli.

3. Adottare corrette combinazioni alimentari
Ad esempio, evitando di assumere cibi proteici in concomitanza con cibi a base di carboidrati.

4. Assumere fermenti lattici
Una flora intestinale in salute è indubbiamente un elemento utile a proteggere da questi tipi di disturbi.

5. Ultimo, ma non ultimo, lo stress
Come in tanti altri casi che riguardano il benessere del nostro organismo, anche questa volta lo stress gioca un ruolo importante, data la sua influenza sulle capacità digestive. È quindi importante cercare di arginare le situazioni comportanti stress, e imparare a gestire l’ansia.

 

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