Il cibo così come siamo abituati ad ingerirlo non può essere utilizzato dal nostro corpo, né per produrre energia, né per farci ingrassare. La struttura degli alimenti è infatti troppo complessa per essere assorbita; per far sì che i nutrienti siano utilizzabili, devono avvenire una serie di trasformazioni nel tratto gastro-intestinale: l’insieme di queste reazioni costituisce la digestione.

A COSA SERVE LA DIGESTIONE

Prendiamo un piatto di lasagne: la pasta contiene carboidrati, il ragù proteine, la besciamella grassi. Ognuna di queste tre categorie di macronutrienti ha una struttura complessa e troppo ingombrante per poter attraversare la parete del nostro tratto gastro-intestinale ed essere assorbita.

Attraverso la digestione avvengono numerose trasformazioni che scompongono queste ingombranti molecole, in strutture via via più piccole, assorbibili dal nostro organismo. Una delle operazioni più importanti è svolta dagli enzimi digestivi: questi sono come delle forbici, tagliano le molecole complesse in strutture sempre più semplici fino a portarle alla dimensione giusta perché possano oltrepassare la barriera intestinale.

Fisiologicamente possediamo migliaia di enzimi, ognuno è però specializzato in una particolare categoria di alimenti: le proteasi tagliano le proteine, le lipasi i grassi, le amilasi gli amidi, le lattasi il lattosio, etc etc. La digestione avviene correttamente solo se tutti gli enzimi sono presenti e lavorano come una squadra.

COSA COMPORTA UNA CATTIVA DIGESTIONE

Nel momento in cui c’è una carenza anche di un solo tipo di enzima, la digestione ne risente immediatamente.

Pensiamo all’intolleranza al lattosio: questa è causata da un deficit dell’enzima lattasi, deputato appunto alla digestione del lattosio. La sola carenza di questo singola enzima può portare a gonfiore, dolori addominale, crampi e nausea.

Una carenza, anche minima, di enzimi digestivi può far sì che il cibo che mangiamo rimanga pressoché intatto nello stomaco o nell’intestino. Non venendo assorbito e utilizzato, questo comincerà ad andare in decomposizione, fermentando e producendo gas e tossine.

I sintomi che avvertiremo, oltre ad un’evidente pesantezza di stomaco e cattiva digestione, possono essere gonfiore addominale, stitichezza, nausea, alitosi, ma anche stanchezza e mal di testa.

COME MIGLIORARLA? 5 CONSIGLI

Sicuramente possiamo adottare alcuni accorgimenti per migliorare la nostra digestione; la maggior parte di questi riguardano ovviamente l’alimentazione.

  • 1. Prestare attenzione all’abbinamento degli alimenti: i carboidrati e le proteine vengono digeriti in condizioni opposte, meglio quindi mangiare un piatto abbondante di pasta o una doppia porzione di secondo, piuttosto che mischiarli nello stesso pasto.
  • 2. Utilizzare succo di limone come condimento; questo agrume infatti stimola la funzionalità digestiva.
  • 3. Mangiare la frutta a distanza di almeno 2 ore dai pasti, per evitare fermentazioni.
  • 4. Consumare i pasti masticando lentamente e seduti, senza altre distrazioni (compresa la TV). Mangiare lentamente, oltre a ridurre l’assunzione di aria, consentirà al nostro stomaco di comunicare il senso di sazietà al cervello, prima che ci venga voglia di chiedere il bis.
  • 5. Fare una passeggiata dopo i pasti principali, faciliterà lo svuotamento dello stomaco.

L’integrazione con enzimi digestivi è ovviamente un valido aiuto, anche occasionalmente in presenza di un pasto abbondante. Gli enzimi possono essere ottenuti da amido di riso fermentato, che contiene una miscela naturale di più di 30 enzimi digestivi, ma anche da estratti vegetali come Ananas (da cui deriva la bromelina) o Papaya (da cui si estrae la papaina). Estratti vegetali come il Cardamomo, il Finocchio, la Menta e la Liquirizia possono favorire la digestione, pur non apportando enzimi digestivi.

 

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