La Curcuma è una spezia dal colore giallo-arancio e dal forte aroma, molto utilizzata nella cucina orientale, ma ormai anche quotidianamente nelle nostre case. Si ricava dalla polverizzazione del rizoma, una parte simile ad una radice, della curcuma longa.

La medicina tradizionale cinese la utilizza per riequilibrare i meridiani di stomaco, milza e fegato. L’ayurveda invece per far fluire l’energia eliminando scorie e tossine, e la consiglia la mattina a digiuno, diluendone un cucchiaino nell’acqua, come rimedio detox.

3 potenti proprietà

Sono noti ormai da tempo i numerosi benefici della Curcuma, che vanta soprattutto 3 potenti proprietà:

  1. antinfiammatoria
  2. antiossidante
  3. immunostimolante

La proprietà antinfiammatoria fa sì che il rizoma della Curcuma e i suoi estratti siano utili per contrastare le malattie infiammatorie croniche, da quelle intestinali alle articolari, utile quindi in caso di dolori muscolo scheletrici e per le infiammazioni tipiche di artrite e artrosi, così come in presenza di dolori mestruali, colite, cefalea ed emicrania, fibromialgia. È anche indicata per il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa, l’uveite e tutte le infiammazioni che colpiscono l’apparato gastrico, come la dispepsia gastrica, quella da calcolosi biliare, perché inibisce la risposta dei mediatori infiammatori. È ottima in tutti questi casi anche perché, oltre che sfiammare, la Curcuma è anche in grado di lenire il dolore.

La proprietà antinfiammatoria della Curcuma è dovuta alla curcumina, un elemento antiossidante che dà il tipico colore al rizoma, la responsabile di tutte le proprietà benefiche della spezia: ogni 10 g di polvere ne possono contenere da 2 a 8 g.

Purtroppo la Curcuma ha però un limite, ovvero che il suo assorbimento è molto rapido, e il principio attivo rischia di non essere disponibile.

La Curcuma infatti viene assorbita, si accumula principalmente nei tessuti dell’apparato gastrico, dove dimostra tutta la sua efficacia antinfiammatoria, ma viene poi rapidamente trasformata a livello epatico in sostanze con un’efficacia e una disponibilità inferiore.

Curcumina potenziata

Quindi per poterne migliorare l’assimilabilità e la sua disponibilità nell’organismo, e potenziarne quindi l’attività, è necessario associare alla Curcuma altri nutrienti. Vediamo quali:

  1. il pepe nero: la piperina contenuta al suo interno è indicato per migliorare la biodisponibilità della curcumina fino al 2000%.
  2. l’ananas, che contiene bromelina, un enzima proteolitico, che favorisce la biodisponibilità della curcumina, rendendola utile anche per problematiche “lontane dallo stomaco”.
  3. i grassi buoni e, in particolare, gli Omega 3, che fanno assorbire la curcumina più velocemente. La curcumina è infatti liposolubile, cioè ha bisogno di un grasso per sciogliersi e venire assimilata. Vanno bene l’olio di semi di lino, il salmone, l’avocado, le noci e il loro olio e i semi di chia. Ottimo anche l’olio extravergine d’oliva, ricco di grassi buoni.
  4. la quercetina, contenuta nei capperi, nelle mele, nell’uva nera, nella cipolla rossa, e ancora in sedano e agrumi, potenzia l’azione della curcumina.

Come usare la Curcuma

Tenete presente che: per mantenere al meglio le proprietà di questa spezia è bene utilizzarla a crudo, ovvero metterla solo a fine cottura, evitando così la dispersione di alcuni dei suoi principi nutritivi.

Altro suggerimento è quello di non assumerne dosi eccessive, che possono essere controproducenti, e soprattutto di non assumerla proprio in caso di calcoli biliari.

 

Queste informazioni hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il consiglio del medico. I curatori di queste informazioni non si assumono alcuna responsabilità per eventuali conseguenze derivanti da un uso diverso da quello puramente divulgativo.