Al giorno d’oggi, sono sempre più le persone attratte dall’idea di eliminare il consumo di carne; ma la drasticità della dieta vegetariana o vegana può frenare coloro che non si sentono pronti a un cambiamento così radicale delle proprie abitudini alimentari.

 

L’IDEA
L’idea è semplice: perché non iniziare con il ridurre la quantità di carne che consumiamo?

Ma non solo, è importante che sia di qualità e che se ne conosca la provenienza.
È questo l’obiettivo che si prefigge il movimento reducetariano, ideato dal ricercatore britannico Brian Kateman e che sta raggiungendo una sempre maggiore diffusione, usando come principale mezzo la rete e i social network. Sul suo stesso blog, www.reducetarian.com, questo viene definito come “Un’identità, una comunità e un movimento”, composto da individui che si impegnano a mangiare meno carne, in quanto non tutti se la sentono di eliminare completamente la carne dalla dieta.

L’intenzione è quella di mangiare meno carne, e di migliore qualità dal punto di vista della sostenibilità; in questo modo, sia il proprio organismo che la Terra, possono trarre vantaggio da questo cambiamento.

 

LE MODALITÀ
Il blog propone di cominciare con un primo periodo di 30 giorni in cui ci si impegna a ridurre il consumo di carne, ma anche di pesce: si stabilisce per esempio il limite di mangiarla per un solo pasto al giorno, possibilmente con una porzione di dimensioni ridotte rispetto a quanto si è abituati, per poi arrivare gradualmente a consumarne sempre meno. A ciò consiglia di aggiungere la scelta di un giorno della settimana completamente vegetariano o vegano, nel quale non consumare per niente proteine di origine animale. L’obiettivo è di arrivare gradualmente a consumare proteine animali più come eccezione, che come abitudine.
Ma non finisce qui: la carne, quando consumata, deve provenire da allevamenti sostenibili, possibilmente non troppo distanti da dove si risiede; questo per ridurre anche le emissioni dovute ai tempi di trasporto, spesso anche lunghi, della carne animale.
Molti di noi, probabilmente, appartengono già a questo movimento senza esserne consapevoli; se anche apparentemente può sembrare un’idea non proprio innovativa, sicuramente l’idea di creare un movimento del genere, con una sua identità e dei suoi precisi obiettivi da raggiungere per mezzo di un piano chiaro e semplice, può essere di impulso motivante per chi, attento all’ambiente e rispettoso degli animali, desidera intraprendere un cambiamento di questo genere nella sua alimentazione.
Se si considera il fatto che circa l’84% di chi decide di intraprendere una dieta vegetariana si arrende entro il primo anno, il vantaggio del reducetarianesimo è presto detto: più semplice da intraprendere e da mantenere rispetto ad altri regimi, è un piccolo sforzo che, se applicato da molte persone, può certamente apportare benefici all’ambiente.

 

Queste informazioni hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il consiglio del medico. I curatori di queste informazioni non si assumono alcuna responsabilità per eventuali conseguenze derivanti da un uso diverso da quello puramente divulgativo.