L’utilizzo di erbe, piante e rimedi naturali per la cura di problematiche di salute, ha le sue radici nei secoli passati. Da sempre la civiltà umana ha fatto uso di erbe curative, estratti, infusi e succhi per il trattamento di disturbi vari. Fin dalla preistoria infatti l’uomo ha sperimentato su se stesso e scoperto gli utilizzi delle diverse piante, dando inizio alle prime forme di medicina.

Ad esempio gli antichi Egizi, più di 5000 anni fa, prescrivevano datteri per contrastare la stipsi ignorandone l’alto contenuto di fibre. Così come il miele per curare le ferite e le infezioni, che oggi sappiamo avere proprietà antisettiche. Lo stesso Ippocrate, padre della moderna medicina, aveva individuato nella corteccia di salice proprietà febbrifughe ed antidolorifiche, pur essendo all’oscuro del principio attivo responsabile di queste azioni, la salicina, da cui deriva la moderna aspirina.

Queste conoscenze si sono tramandate nelle generazioni diventando un patrimonio culturale, che però è stato lentamente abbandonato a partire dall’ottocento. In questo periodo storico si impose la chimica, che puntava a isolare i principi attivi contenuti nelle piante, responsabili dell’effetto curativo, per utilizzarli a scopi terapeutici.

Venne così isolata la chinina dalla corteccia della china per il trattamento della malaria. La morfina dal papavero da oppio, così come la caffeina dal caffè. Si scoprirono anche i primi antiinfiammatori partendo dall’acido salicilico estratto dalla corteccia di salice, e così via. In questo modo i farmaci industriali hanno rapidamente sostituito le cure più tradizionali, grazie alla loro efficacia e alla facilità di reperimento.

La natura è stata quindi la prima forma di farmacia conosciuta dall’uomo. Ancora oggi il 30% dei principi attivi utilizzati nell’industria farmaceutica derivano direttamente o indirettamente dalle piante.

Rimedi naturali: un’importanza riconosciuta

Le erbe curative quindi hanno rappresentato per secoli il principale strumento medicinale. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha calcolato che ancora oggi i rimedi fitoterapici rappresentano la principale risorsa terapeutica per circa 4 miliardi di persone. Infatti, circa l’80% della popolazione mondiale li utilizza come opzione di trattamento e, a volte, in forma esclusiva.

In tutto il mondo le specie vegetali utilizzate per scopi medici sono circa 35mila, ma molto c’è ancora da approfondire e scoprire su oltre 420mila specie di cui si hanno conoscenze limitate. Per questo L’OMS stimola la ricerca scientifica, farmacologica e chimica allo scopo di confermare, spiegare e precisare le molte proprietà medicamentose delle piante.

La Fitoterapia

Oggi, grazie alle valutazioni oggettive dell’efficacia dei preparati e alla produzione svolta con tecnologie all’avanguardia, la fitoterapia si può considerare una scienza. Sono proprio le ricerche scientifiche effettuate per comprendere l’azione dei rimedi naturali di origine vegetale a sostenere l’efficacia della fitoterapia.

Grazie a studi recenti la comunità scientifica ha rivalutato la fitoterapia e il ricorso a piante ed erbe curative negli ultimi anni è in aumento. In particolare, sono gli stessi medici a consigliare ai pazienti l’uso di preparati fitoterapici per alleviare i sintomi, prevenire alcune patologie o per evitare l’assuefazione tipica di alcuni farmaci di sintesi.

Il Fitocomplesso

L’utilizzo di rimedi naturali è di supporto per i trattamenti di molte problematiche. Questo sebbene tra i preparati farmaceutici e quelli di origine vegetale rimanga una grande e fondamentale differenza. I farmaci di origine chimica contengono una sola molecola, il principio attivo, che svolge l’azione desiderata. Mentre nei preparati ricavati dalle piante si ha un insieme di sostanze, che svolgono azioni sinergiche: il “fitocomplesso”.

Nel fitocomplesso troviamo tutte le sostanze contenute nella pianta come glucosidi, flavonoidi, alcaloidi, lipidi, oli essenziali, tannini, mucillagini, resine, saponine e nutrienti (come i carboidrati) e micronutrienti (vitamine e sali minerali). Queste sostanze svolgono diverse azioni sul nostro organismo, ma ogni pianta ne contiene di tipi e quantità diversi, cosicché ogni specie vegetale ha un insieme unico e differente, che determina le proprietà della pianta medicamentosa.

La particolarità del fitocomplesso, rispetto al medicinale monomolecolare di sintesi, è dovuta all’azione sinergica svolta da tutti i suoi componenti i quali agiscono modulandosi l’uno con l’altro. Ad esempio un componente può smorzare o potenziare l’azione di un principio attivo o ridurre gli effetti collaterali, ottenendo un effetto finale ben modulato.

Un solo rimedio, diverse funzioni

I preparati fitoterapici, contenendo diverse molecole, possono svolgere diverse azioni terapeutiche anche molto diverse tra loro. Ad esempio la caffeina viene utilizzata sia per alleviare il mal di testa che per il suo effetto dimagrante, o il biancospino ha un effetto rilassante ma è anche utilizzato per le palpitazioni dovute allo stress.

Le proprietà dei rimedi vegetali variano non solo a seconda della pianta da cui si ricavano, ma anche dal metodo di estrazione e preparazione utilizzato. Di uno stesso rimedio si possono avere formulazioni liquide come macerati glicerici, tinture madri, decotti, olii essenziali o preparati secchi come polveri e compresse. Inoltre, sebbene i preparati naturali siano molto apprezzati e utilizzati possono ugualmente causare reazioni avverse, effetti indesiderati, reazioni allergiche o interazioni nocive con altri farmaci. Per questo motivo è sempre raccomandabile che la prescrizione di tali rimedi sia fatta da un professionista, dopo un’attenta valutazione della salute e dei bisogni del paziente.