I fermenti lattici sono essenziali nella cura dei disturbi intestinali, ma risultano estremamente utili anche nella prevenzione. Saper scegliere i probiotici migliori tra i numerosi in commercio è fondamentale per assicurare l’efficacia del trattamento.

Virus, alimentazione scorretta, farmaci, cambiamenti climatici e stress sono solo alcuni dei fattori che possono mettere a rischio la salute del nostro intestino. I disturbi gastrointestinali sono un problema particolarmente diffuso, soprattutto in chi viaggia e possono trasformare le nostre vacanze in un cattivo ricordo.

QUANDO?

I probiotici ci vengono in aiuto per mantenere l’equilibrio della nostra flora batterica intestinale nella quotidianità, ma anche in situazioni a rischio; il consiglio che vi diamo è di non aspettare i primi sintomi, ma prevenire le spiacevoli sorprese a cui possiamo andare incontro cambiando abitudini, clima o alimentazione.

Praticamente assumere probiotici ogni volta che andiamo incontro a situazioni “a rischio”, ad esempio già da 3-4 giorni prima della partenza per un viaggio o dal primo giorno di assunzione di un antibiotico.

QUALI?

I probiotici in commercio sono davvero numerosi e molto diversi l’uno dall’altro: scegliere risulta tanto complicato quanto importante. Cosa bisogna guardare per capire quali sono i probiotici migliori?

1) La QUANTITÀ di fermenti lattici: solo una parte dei batteri assunti arriverà viva e attiva nell’intestino, ne servono quindi almeno 2 miliardi per avere un risultato apprezzabile.

2) La DIVERSITÀ dei ceppi presenti: ogni batterio ha una sua particolare azione in un diverso tratto dell’intestino; la presenza di più ceppi differenti, che possiamo vedere sulla confezione, rende il prodotto completo. Il ceppo possiamo identificarlo da quella sigla che segue la specie del batterio (es. Bifidumbacterium breve LMG11613) e dovrebbe sempre essere dichiarato in un probiotico di qualità.

3) La VITALITÀ dei microrganismi assunti: i fermenti lattici assunti devono essere vivi e arrivare tali all’intestino! I fermenti lattici presenti nello yogurt non ci danno questa garanzia, poiché muoiono in gran parte nello stomaco; le spore, che si possono trovare in alcuni preparati di fermenti lattici, sono una forma dormiente del batterio, che per essere riattivato “ruba” energia al nostro organismo (che magari sta già faticando per combattere un problema intestinale).

4) L’associazione con PREBIOTICI: questi elementi (FOS, Inulina, Fibre…) non vengono assorbiti dal nostro organismo, ma sono nutrienti fondamentali per i probiotici. In caso di trattamento con antibiotico è utile verificare anche la presenza di LIEVITI nel prodotto: i probiotici sono infatti batteri e in quanto tali possono essere attaccati dagli antibiotici; i lieviti, non essendo batteri, non possono essere aggrediti dagli antibiotici e arrivano integri all’intestino. Il più utilizzato è il Saccharomyces boulardii.

5) La CONSERVAZIONE: i fermenti lattici sono organismi vivi e delicati, necessitano di particolare attenzione per non essere distrutti. Dovranno essere quindi conservati al riparo da umidità, calore, in un contenitore il più isolato possibile. In tal senso saranno da preferire forme farmaceutiche come capsule e bustine termosaldate.

COME?

C’è molta confusione sulla modalità d’assunzione dei probiotici: a stomaco pieno? Lontano dai pasti?

Premesso che bisogna sempre far riferimento alle indicazioni riportate sulla confezione, uno studio recente ha mostrato come l’assunzione a stomaco pieno aumenti il numero di batteri vivi che raggiungono l’intestino. Questa condizione renderebbe meno aggressiva l’acidità dello stomaco e fornirebbe nutrienti ai probiotici.

Tutte queste preziose informazioni devono essere riportate in un probiotico di qualità, basterà quindi prestare attenzione alla confezione per scegliere quello giusto da portare con noi.

 

Queste informazioni hanno carattere puramente divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il consiglio del medico. I curatori di queste informazioni non si assumono alcuna responsabilità per eventuali conseguenze derivanti da un uso diverso da quello puramente divulgativo.